domenica 22 dicembre 2013

pc 22 dicembre - DA LAMPEDUSA A MINEO, A BARI, ORA A ROMA, A TUTTI I LAGER CIE/CARA SI ESTENDA LA GIUSTA PROTESTA! I CIE DEVONO ESSERE CHIUSI, PERMESSI DI SOGGIORNO E LIBERTA' DI MOVIMENTO PER TUTTI GLI IMMIGRATI


Sosteniamo la protesta degli immigrati.

Al Cie di Roma migranti si cuciono la bocca
"Gli immigrati, tunisini e marocchini, hanno inscenato la protesta  al Centro di accoglienza immigrati di Ponte Galeria, a Roma, proprio nel giorno in cui il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, rispondeva in Aula sul caso del Cie di Lampedusa. per dire basta alla permanenza nel centro a sud di Roma. Uno di loro avrebbe dovuto lasciare la struttura lunedì prossimo per essere rimpatriato nel suo paese. La struttura, a due passi dall'autostrada che collega la Capitale con Fiumicino, contiene al momento circa 100 ospiti. L'area più affollata è quella maschile, dove ci sono circa 70 persone"
Protesta al Cie di Roma  migranti si cuciono la bocca
Letta e Alfano vogliono solo passare la mano della gestione del centro di Lampedusa alla Croce Rossa per "impedirne il ripetersi", come ha dichiarato Alfano, ma senza cambiare niente!
Mentre i sindaci dimostrano tutta la loro voluta impotenza - Ignazio Marino, chiede di rivedere la Bossi-Fini e contemporaneamente "riaprire il dibattito" sui Cie - si attestano su dichiarazioni assolutamente inutili, mentre non adottano alcun provvedimento urgente per metter fine a questa "vergogna".
La Bossi-Fini il governo non vuole affatto cancellarla. Anche le timide "aperture" fatte da Letta il giorno dopo della strage del 3 ottobre, sono state immediatamente rimangiate. 

Ora basta con le parole, è giusto che si estenda la lotta in tutti i Cie e Cara e che i lavoratori, i giovani, i democratici, gli antirazzisti... esprimano in ogni forma il loro appoggio!


Parla una suora volontaria nel Cie di Torino: "Come a Lampedusa, vanno chiusi"

"Io sono una religiosa e sono contro la violenza. Ma se vivessi così non so dire se mi comporterei diversamente da loro. Obbligare delle persone a restare senza fare niente per mesi vuol dire esasperarle. Sono costretti ad aspettare uno che ti accenda la sigaretta e l'altro che ti autorizzi a farti la barba. Neanche in carcere si fa così. Sono completamente dipendenti dalle persone che sono lì per sorvegliarle"... 
...Ma qui invece siamo riusciti a farci odiare. La gente che è lì dentro odia l'Italia e odia gli italiani"...
..."Il Cie crea delle situazioni assurde, di sofferenza e umiliazione. Non si può obbligare 25-30 persone a stare insieme 24 ore su 24. C'è solidarietà tra loro ma c'è anche tensione. Ho appena parlato con un ragazzo che minaccia di impiccarsi, ho cercato di tranquillizzarlo. Due giorni fa si è impiccato un altro ragazzo. Adesso mi hanno detto che si è salvato e che lo hanno liberato e non è più tornato...
..."Gli scioperi della fame - racconta - sono continui.... Di episodi gravi come quelli del video del Tg2 su Lampedusa, dice la religiosa a mezza voce, ne ha visti anche a Torino. "Ma ho già fatto le denunce - sottolinea - ho fatto il mio dovere. E non voglio dire altro"...
...Comunque il problema, prosegue, è anche nelle piccole cose: "Molti devono ricevere pacchi dalla famiglia e molte volte vengono respinti". C'è un abuso di psicofarmaci? "C'è un'esasperazione che è brutta e quindi crea situazioni di squilibrio anche in persone che tutto sommato sarebbero normali da un punto di vista sanitario... Però è vero che vediamo arrivare ragazzi attivi e dinamici e dopo un po' li vediamo imbambolati".
..."Io vorrei contribuire alla chiusura dei Cie. Io non accuso le persone, accuso il sistema. Non hanno nessun senso, sono uno sperpero di soldi e sono contro la dignità delle persone. Noi diamo telefoni e schede per cercare di favorire la comunicazione con l'esterno ma questi sono solo palliativi. Il problema è alla radice. Con i 50 euro al giorno che ciascuno costa al Cie si possono finanziare progetti di inserimento. L'anno scorso hanno fatto un'area nuova, hanno speso milioni. E' finito tutto bruciato, adesso non c'è

già più niente, è rimasta solo una stanza...".

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